Le emozioni della gravidanza – il punto di vista della mamma

“La gravidanza è un processo che invita a cedere alla forza invisibile che si nasconde nella vita. “
-Judy Ford-

La gravidanza è uno dei periodi più coinvolgenti della vita della donna, sia sul piano fisico che sul piano emozionale.
Affrontare questa fase con serenità e con consapevolezza è importante per poterne godere appieno tutti gli aspetti: i cambiamenti del corpo, il contatto con il bambino, la prospettiva della genitorialità, l’esperienza del parto. La gravidanza è inoltre un’ottima occasione per migliorare il proprio stile di vita, smettendo ad esempio di fumare e curando l’alimentazione.
È un periodo di profonda connessione fisiologica ed emotiva tra la madre e il suo bambino, fin dai primissimi istanti dopo il concepimento. Non è solo un insieme di modificazioni fisiche: è un viaggio che la donna intraprende con la mente e con il cuore.
Pochi eventi nella vita riescono a cambiare il mondo di una persona come il diventare genitore. E’ un processo lungo e graduale in cui la futura madre attraversa varie fasi di scoperte, di conquiste e anche di difficoltà. Vediamo insieme le tappe di questo meraviglioso viaggio.

Primo trimestre: il conflitto

Il test di gravidanza è positivo e ora che succede? Sarò veramente incinta? Sarà vero? Cosa devo fare adesso? Sarò una buona madre?
Queste sono le prime domande che le donne si pongono appena scoprono che il test di gravidanza è risultato positivo e i dubbi che sorgono sono molti.
Durante il primo trimestre si ha l’impatto con la realtà della gravidanza, che può avere diverse sfaccettature: è un periodo in cui c’è caos dentro la donna, disordine, è un momento di cambiamento, in cui la futura madre sente che nulla sarà più come prima, sa che non potrà più dedicarsi a tutte le attività che faceva prima e spesso teme che anche per l’ambito lavorativo.
C’è conflittualità, tra lo voglio e non lo voglio, tra la gioia e la preoccupazione per questo nuovo stato e per quello che sarà.
Anche il suo ruolo si modifica: da moglie, lavoratrice, compagna, figlia diventerà madre.
Il primo trimestre risulta quindi spesso impegnativo per la donna, che vive emozioni forti e a volte non del tutto positive e contrastanti tra di loro, anche se la gravidanza è voluta e ricercata da tempo. Inoltre i sintomi tipici dei primi mesi di gravidanza, come la nausea e il vomito, non aiutano la serenità. La presenza del bambino non è ancora palese: la pancia è piccola e i movimenti non sono avvertibili, si ha paura di un possibile aborto e per il benessere del feto. Molte donne perciò non sentono ancora un legame forte con il proprio bambino.
Ecco che molte volte la donna tende all’introversione: ha bisogno di trovare tempi e spazi per sé stessa. Il crescere del piccolo dentro di lei richiede di far spazio anche dentro il suo corpo e la sua mente, non solo fisicamente ma anche e soprattutto emotivamente. In questa fase è quindi utile ascoltare i propri bisogni, sia fisici che emozionali, senza sensi di colpa: il corpo e la mente ci parlano.

Secondo trimestre: l’armonia

Durante questo periodo si prova armonia, serenità e pace. La donna sente la simbiosi con il proprio bambino e il legame che si crea è istintivo, simbiotico, attivo. Comincia a sentire i primi movimenti e i primi calcetti e stabilisce con lui un legame profondo dove corpo e cuore fanno di loro un essere unico.
C’è una grande apertura emozionale, le donne sono molto sensibili, piangono e ridono senza apparente motivo, tutto è amplificato. I sintomi del primo trimestre nella maggior parte dei casi scompaiono, la pancia non è ancora ingombrante e la donna ha accolto il suo nuovo ruolo di madre.
La futura madre rallenta, si immerge sempre di più dentro di sé cercando di cogliere ogni dettaglio del cambiamento che sta avvenendo.

Terzo trimestre: la separazione

Nel terzo trimestre la donna deve affrontare la futura separazione dal proprio figlio, che adesso è un tutt’uno con lei, mentre presto sarà una persona a sé. Spesso si ripresentano le paure iniziali del primo trimestre, si sente una tensione crescente e riemergono gli interrogativi sul proprio ruolo genitoriale e i dubbi che li accompagnano (sarò una brava madre? Sarò in grado di prendermi cura del neonato?).
Si inizia a percepire il bambino come un individuo a sé, con la propria personalità e individualità. La donna si sente “piena”, la pancia è ingombrante, i movimenti sono spesso difficoltosi e si prepara al distacco.
La fatica delle ultime settimane è una strategia della Natura per far desiderare alle donne di avere il bambino fuori di sé, di rompere la simbiosi creata nei mesi precedenti. E se da una parte c’è la curiosità e l’aspettativa di vedere finalmente il proprio bambino, dall’altra il parto ormai è vicino accompagnato da tutte le paure e incognite su come si svolgerà l’evento nascita.

Articolo a cura della Dott.ssa Giorgia Bais – Ostetrica.